11.19.2012

POMODORO FALSAMENTE ETICHETTATO.


Dal San Marzano DOP al triplo concentrato: Il re pomodoro falsamente etichettato

È il re indiscusso della tavola e della dieta mediterranea. Il pomodoro, nelle sue numerose varietà, di cui 500 solo quelle registrate in Italia, si piazza ai primi posti nell’export agroalimentare. Va da sé che attorno all’oro rosso possano ruotare interessi non sempre onesti e che poco spazio lasciano alla sicurezza alimentare.

Dai dati dei soggetti addetti per legge ai controlli a tutela della sicurezza alimentare e contro le frodi, emerge come questo comparto sia preso di mira da fenomeni fraudolenti, spesso riconducibili all’utilizzo di etichette contraffatte e al fenomeno dell’italian sounding. Nel corso del 2011, uno dei casi di frodi che ha destato maggiore clamore, è stato quello sulla falsificazione delle etichette del pomodoro “San Marzano dell’Agro sarnese-nocerino DOP”. I Nuclei Antifrodi Carabinieri (NAC), in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane di Napoli, hanno individuato un flusso di esportazione verso gli Stati Uniti di conserve di pomodoro con false etichette del pomodoro “San Marzano dell’Agro sarnese-nocerino DOP”, pari a circa 34 tonnellate di prodotto. Le indagini hanno poi consentito di accertare che l’azienda, attiva nella provincia di Napoli, aveva già utilizzato la numerazione dei lotti per la commercializzazione di un altro prodotto, in palese violazione della normativa sulla tracciabilità dei prodotti agroalimentari. Il disciplinare sulla produzione del pomodoro di qualità San Marzano prescrive l’osservanza di precise regole nella commercializzazione del prodotto. Il pomodoro deve provenire esclusivamente dalle zone individuate - l’agro sarnese-nocerino, compreso tra le province di Napoli e Salerno - e deve essere preparato secondo il rispetto di disciplinari su cui vigilano gli organismi di controllo e il Consorzio di Tutela.

La svolta nell’indagine ha portato a un intervento in flagranza nella fase di esportazione del falso prodotto Dop e la Procura della Repubblica di Napoli ha quindi disposto il sequestro dei prodotti, che è avvenuto nel porto di Napoli. A carico del titolare dell’azienda produttrice è stato contestato, oltre al reato di frode nell’esercizio del commercio, anche il nuovo reato di Contraffazione di indicazioni geografiche e denominazione di origine dei prodotti agroalimentari.

Concentrato di pomodoro importato dalla Cina e falsamente etichettato come Made in Italy. È questa l’altra importante truffa che è stata scoperta lo scorso anno a danno di questo settore merceologico, e che ha portato alla condanna di un imprenditore dell’agro nocerino sarnese che aveva immesso sul mercato pomodoro concentrato falsamente etichettato come italiano. Il Tribunale di Nocera Inferiore ha pronunciato la prima sentenza di condanna per il reato di “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci” infliggendo la pena di 4 mesi di reclusione e 6 mila euro di multa al titolare di una importante industria conserviera che, nell’ottobre 2010, aveva trasformato e commercializzato “triplo concentrato di pomodoro” importato dalla Cina etichettandolo “Made in Italy”. Sulla scorta delle indagini condotte dai Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari unitamente all’Agenzia delle Dogane, nell’ottobre 2010 il Sostituto Procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore aveva disposto il sequestro preventivo di oltre 500 tonnellate di prodotto con etichettatura fuorviante. L’alimento era destinato al mercato UE ed extra UE e certamente l’ingannevole indicazione del “Made in Italy” avrebbe reso più accattivante la sua commercializzazione all’estero.

Di Daniela Sciarra estratti  dalla rivista "Italia a Tavola 2012". Compilati, digitati e adattati per essere postato per Leopoldo Costa.

No comments:

Post a Comment

Thanks for your comments...