10.26.2018

ANTROPONOMASTICA ITALIANA - NOMI PERSONALI



Il settore dell' onomastica che si occupa dei nomi personali, individuali, detti anche prenomi o nomi di battesimo, costituisce l'antroponomastica o antroponimia. Il patrimonio dei nomi personali in parte risulta da nomi storici in parte si deve a mode del momento e all'origine della scelta di un nome si possono individuare motivazioni diverse.

 INTRODUZIONE

I nomi personali costituiscono una parte dell'antroponimia, o antroponomastica, come si dice comunemente, settore dell'onomastica che documenta (propriamente: antroponimia) e studia (propriamente: antroponomastica) il complesso dei nomi di persona (nomi personali, cognomi, soprannomi); con il termine antroponimo si allude al 'nome' di una persona.

Correntemente si usa il termine nome con riferimento al nome personale o nome individuale o prenome, comunemente detto anche nome di battesimo, l'elemento che designa una persona che porta quel nome. Ma a una domanda «qual è il tuo nome?» può seguire una risposta comprendente il nome personale, sia questo che il cognome, sia il solo cognome (per la sequenza nome-cognome o viceversa.

Qui di seguito, per brevità e secondo la consuetudine, con il termine nome si intende il nome personale.

Nella classificazione e nella terminologia è consueta una distinzione tra un tipo nominale e una forma nominale.

"cui non sono conosciuti i genitori anche cognomi, ridicoli o vergognosi o contrari all'ordine pubblico, al buon costume o al sentimento nazionale o religioso, o che sono indicazioni di località o in generale denominazioni geografiche e, se si rratta di bambino avente la cittadinanza italiana, anche
nomi stranieri."

Il decreto è preceduto da una legge del 1928 (n. 383 dell'8 marzo) che vietava l'uso di nomi corrispondenti a «denominazioni geografiche di luoghi». Norme peraltro ripetutamente disattese. La norma relativa ai nomi stranieri è stata cancellata nel 1966. Le attuali disposizioni in mareria di cambiamento di cognome, e anche di nome, o di aggiunta di un altro nome o cognome, che risalgono al 2000, prevedono tale possibilità con istanza da rivolgere al Prefetto della provincia di residenza. Il cambiamento di una forma può essere voluto perché ridicola o vergognosa o perché rivela l'origine naturale o per motivi diversi.

ASPETTI STORICI

Il patrimonio dei nomi personali della latinità comprende nomi tradizionali latini o romani, molti nomi greci penetrati già nell'uso latino, vari nomi esotici (celtici, germanici ecc.', utilizzati anche dall'onomastica cristiana (per le caratteristiche del sistema onomastico latino. I nomi più frequenti negli ambienti cristiani - che restano virali anche nell'onomastica non cristiana - sono i più tradizionali nomina o cognomina o supernomina «pagani» come Aelius, Iulius, Maurus, Sabinus, Flavius, Antonius, Aemilius, Valerius, Severus, e altri anche di origine greca come Alexius, Cyprianus, quasi tutti anche con la forma femminile, e tra gli agnomina e i signa (gli uni e gli altri hanno una funzione simile ai moderni soprannomi) Iunior, Senior, Minor, Maior, Maximus, Leo, Ursus. Nelle comunità cristiane sono frequenti anche nomi che riprendono quelli di divinità pagane come Apollus, Mercurius, Dionysius, Hercules, Mars e il derivato Martinus.

Nella più antica onomastica cristiana sono frequenti nomi augurali e gratulatori, che esprimono un augurio per il denominato o un ringraziamento a Dio per il figlio che ha concesso, e quelli dedicatori che esprimono un affidamento del figlio a Dio, molti sono teofori (letteralmente 'portatori di Dio'), contengono il nome stesso di Dio. Tra i nomi augurali e/o gratulatori vi sono Abundius, Donatus, Felix e Felicitas, Florentius, Fulgentius, Gaudentius, Sperantius, Renatus, Victor e Victoria, e altri di tradizione latina, cui si aggiungono nomi di tradizione greca come Anastasius che è connesso con la voce greca anastasis 'resurrezione', Eugenius 'di buona nascita'. I teofori greci, come Cyriacus 'di Dio', Theophilus 'amico di Dio', Dorotheus 'dono di Dio', Timotheus 'dono. servo, timorato di Dio', generalmente hanno lunga tradizione precristiana ma assumono un particolare senso in ambiente cristiano: così un nome come Sperantius è interpretato nel senso della speranza per la salvezza dell'anima.

Vi sono poi nomi nuovi che si formano nella comunità cristiana, augurali, gratulatori e dedicatori, quasi tutti teofori come Deogratias dal latino gratia nel senso di 'dono' di Dio, Servusdei 'servo di Dio', Adeodatus 'donato da Dio' (oppure 'dotato da Dio [della salvezza]'), ai quali si aggiungono nomi ripresidal Nuovo Testamento come Anna e Marta, nomi di apostoli e di santi (verso il III sec. in comunità cristiane si trovano i nomi di Petrus e Paulus) cristiani sono nomi tratti da feste come Paschasius, Epiphanius, nomi di martiri come Laurentius, Stephanus, Martyrius. Compaiono anche nomi come Foedula (dal latino foedus 'brutto, sgradevole') e Stercorius (da stercus 'sterco') «in cui l'umiltà scende molto in basso» [Migliorini 1935], nomi di umiltà e mortificazione dell'anima, ma talvolta anche con valore affettivo e apotropaico.

Un esempio tipico di onomastica cristiana è quello di una madre che porta un nome tradizionale greco, Sophia, che chiama le sue tre figlie Fides, Spes, Caritas, le tre virtù teologali infuse da Dio [De Felice 1982]. Quando il battesimo è impartito ad adulti, in genere il vecchio nome viene sostituito da uno nuovo cristiano.

Già sul finire dell'impero nel patrimonio antroponimico latino e cristiano entrano nomi germanici la cui presenza si infittisce dopo le invasioni; tra V e IX secolo i nomi germanici, specie di tradizione longobarda e franca, prendono terreno in tutto il mondo romanzo. Per non più di due o tre generazioni il nome corrisponde alla stirpe: poi la moda rimescola tutto, e genitori di legge romana danno ai figli nomi germanici, o viceversa» [Migliorini 1935].

Con l'ingresso di un rilevante numero di antroponimi germanici si determina una certa crisi dell'onomastica tradizionale latina.

Nell'antroponimia germanica si formano molte combinazioni sicché è possibile avere un gran numero di nomi nuovi, tuttavia alcuni finiscono per essere favoriti rispetto ad altri.

Nelle carte fiorentine del 1260 si trovano nomi di tradizione longobarda come Alipertus, Anselmus, Prandus, Lampertus, molti di tradizione franca (o franchizzati) come Albertus, Aldobrandinus, Bernardus, Francus. Gerardus, Guido, Guillelmus. Lambertus e altri, anche di tradizione tedesca come Arrigus, Fredericus, Ubertus, Ugo, nonché Guicciardus e Tancredus antroponimi normanni e di tradizione storico-letteraria [Bratto 1953]. Nell'attuale patrimonio dei nomi italiani, specie quelli maschili, si usano ancora nomi di origine germanica (talvolta giunti attraverso l'antroponimia francese antica) che risalgono al Medioevo. Ne sono esempi Adolfo e Rocco deUa tradizione ostrogota; Aldo, Ermanno, Rodolfo dalla tradizione longobarda; Alberto, Carlo, Francesco (nel suo valore originario di 'Francese'), Franco, Guglielmo, Guido, Ivo, Leonardo, Roberto, Umberto, da quella franca; sono invece di tradizione tedesca tra gli altri Corrado (forse già in parte longobarda e franca), Enzo, Ernesto, Federico, Osvaldo, Ugo. Nomi come Guerrino, Orlando e Rinaldo sono franconi ma vengono diffusi attraverso l'epica cavalleresca.

Alda, Carla, Franca e Francesca, Ernesta e altri sono i corripondenti femminili; sono diffusi anche Adele di tradizione francone, Irma di quella tedesca e Amalia già ostrogotica e poi tedesca; Alda può avere anche tradizione letteraria, è il nome della promessa sposa di Rolando [De Felice 1982].

In aree che in epoca altomedievale sono sotto l'influsso bizantino entrano e si diffondono nomi come Cosma, Nicola, Oronzo, Demetrio, Agata, Calogero, Antioco, Leonzio, Apollonio, Basilio; per esempio a Venezia i nomi bizantini sono assai più numerosi di quelli germanici.

Nell'XI secolo in tutta l'Europa cristiana, c'è una tendenza a ripetere gli stessi nomi per cui questi non sono in grado di distinguere gli individui; il repertorio si riduce per la decadenza di nomi del vecchio fondo latino che non sono diventati agionimi, di nomi religiosi affermatisi nei primi tempi del cristianesimo e del primo alto Medioevo e di nomi germanici "con l'esaurirsi del modello politico e sociale e delle occasioni di ricambio, e comunque per la loro usura e banalizzazine.". Di qui l'introduzione progressiva di un nuovo sistema che sostituirà il nome unico e sarà costituito da nome e cognome formato attraverso la fissazione di vari tipi di aggiunti (nomi di persona, di luogo, etnici, nomi di mestiere, soprannomi di varia specie); per nome e non per cognome sono in genere conosciuti i sovrani, i papi (che di solito assumono un nuovo nome ascendendo al trono) , i religiosi di alcuni ordini.

Tra la fine del XII e l'inizio del XIV secolo il repertorio dei nomi si incrementa, grazie a nuove spinte socioeconomiche, culturali, religiose e linguistiche, con delle formazioni che risultano originali e diverse rispetto ai tradizionali procedimenti di creazione dei nomi. Si possono distinguere cinque tipi fondamentali, benché in parte tra loro sovrapposti, seguendo:

l . nuovi nomi «volgari» augurali e gratulatori, affettivi o anche soprannomi, come Benvenuto e Benvenuta, Bonaventura, Bonifacio, Graziadio, Ristoro, Bello e Bella, Nero e Nera, Rosso e Rossa, Onesto e Onesta, Eletta, Grazia, Amabile;

2. nuovi nomi «volgari» formati da determinativi etnici, professionali, di condizione sociale, per esempio Alemanno e Alamanno, Romano, Romana e Romeo (col valore di etnico, 'di Roma, dell'Impero romano', o anche 'di Costantinopoli o Bisanzio', non nel valore più tardo di 'pellegrino in Terra Santa o a Roma'), Francesco e Francesca (soltanto nel ruolo di etnici, mantenuto fino al XIII sec. I, Tedesco, Vasallo, Nobile; con riferimento alla condizione di «figlio di ignoti» Innocente e Innocenta (in parre con tale valore), Trovato, Venturino e Venturina;

3. nuovi nomi tratti da forme ipocoristiche, alterate o derivate, di nomi base, «pieni», già esistenti, come Gianni e Gianna, Nanni e Nanna, Vanni e Vanna, Janni o Ianni, Janna o Ianna, Duccio, Maso, o Agostino, Antonello, Nello e Nella;

4. nuovi nomi stranieri di prestigio politico, sociale, letterario (come i protagonisti dell'epopea cavalleresca), o comunque di moda (come quelli degli imperatori tedeschi), tra questi Ottone, Enrico e Enrica o Arrigo e Arriga, Tancredi, Guglielmo, Corrado e Corrada, Raimondo e Raimonda, Federico e Federica, Federigo e Federiga, Orlando, Rolando, Rinaldo, Oliviero;

5. agionimi connessi con culti di grandi santi dell'XI-XIV secolo come Anselmo e Anselma (Sant'Anselmo d'Aosta), Antonio e Antonia (Sant' Antonio da Padova, oltre che Sant'Antonio abate di culto molto più antico), Francesco e Francesca (San Francesco d'Assisi), Bernardo e Bernarda (San Bernardo di Chiaravalle), Domenico e Domenica (San Domenico di Guzman), Calerina (Santa Caterina da Siena, oltre che per Santa Caterina d' Alessandria, di culto antichissimo).

I nomi possono essere raggruppati anche in modo diverso: nomi immaginativi, storici, religiosi, letterari, nomi  soprannominali, ipocoristici; secondo Castellani [1980] gli ipocoristici non rappresentano un gruppo a sé e vanno con l'uno o l'altro gruppo secondo la categoria delle rispettive forme piene. In ogni caso nell'antroponimia medievale sono particolarmente interessanti

"i nomi femminili che insistono sul grado e gli aspetti della bellezza, o la mettono in rilievo con paragoni lusinghieri: Bellafante, Bellassaia, Piubbella, Belcolore, Belriso, Avvegnente o Avvenante, Preziosa, Fiore, Fiorita, Fiordivilla, Siellachiara, Diemante [ibidem, 468]".

Alcune formazioni sono in origine vezzeggiativi infantili poi rimasti come nomi e sono molto vicine ai soprannomi, esprimono una corrente, un modo di pensare, e arricchiscono specialmente una regione come la Toscana nel periodo Xl-XIV secolo.

Con lo sviluppo della società comunale e borghese si ampliano le basi documentarie. Dal Duecento sono possibili in Italia indagini di carattere sincronico, all'interno di una data comunità e in un determinato momento storico, che permettono dei confronti sistematici, la possibilità di verificare innovazione, tradizione e di inquadrare la situazione antroponimica nel quadro della storia civile.

In particolare si studia Firenze attraverso il 'Libro di Montaperti' (1260), un ricco repertorio antroponimico che consente osservazioni di carattere statistico, di seguire l'impiego di un aggiunto e la diffusione del nome di famiglia o cognome [Bratto 1953 e 1955].

All'epoca di Dante si osserva che l'inurbamento dalla campagna modifica la situazione cittadina e eli conseguenza si afferma un' onomastica legata ai santi del contado a scapito del patrimonio cittadino di nomi di tipo augurale come Dietaiuti, Dietisalvi, Bencivenni, Benvenuto, motivati e trasparenti, e dei nomi di origine germanica come Ugo e Guido. D'altra parte a questa altezza cronologica, a Milano mancano i nomi augurativi che a Firenze e Siena hanno una frequenza massima, a Milano dominano nomi della tradizione religiosa e della tradizione storica specie germanica. Anche a Venezia il sistema antroponimico è formato da nomi di santi (Johannes, Marinus, Petrus, Nicolaus ecc.) alcuni, rari, derivano dalla tradizione greca: Hermolaus, Georgius (o Zorzi), Gregorius, Grisoganus, Stadi, Pancrati; i nomi della tradizione gennanica sono quasi assenti (sono registrati Albertinus, Azo, Henricus, Rainerius, Ruzerius) e assenti i nomi augurativi, a eccezione di Omobonus. Nel corso del Trecento la Toscana tende a perdere le proprie specificità e a uniformarsi al sistema-italiano che alla fine del secolo si caratterizza per un'altissima preponderanza di nomi di santi (con la tendenza alla concentrazione in un numero relativamente ristretto di agionimi, specialmente: Iohannes, Antonius, Nicolaus, Georgius) favorita dalla Chiesa attraverso la predicazione.

La struttura degli antroponimi in Italia, come si presenta alla fine del Trecento, conoscerà poi altri momenti e motivi d'innovazione ma non così incisivi da stravolgerla; ormai si può dire sostanzialmente costituito il sistema dell'onomastica personale attuale, la sua fisionomia e la struttura tipologica

Sulla base dei dati disponibili si possono indicare i nomi maschili più frequenti in alcuni luoghi [D'Acunti 1994]

• a Genova nel 1368: Iohannes, Antonius, Nicolaus, Georgius, Petrus, Bartholomaeus, Conradus, Iacobus;

• in Toscana nel 1427: Giovanni, Antonio, Piero, Francesco, Bartolomeo, Domenico, Iacopo, Michele;

• a Roma nel 1461 (e seguenti): Giovanni, Antonio, Pietro, Paolo, Iacovo, Nicola, Francesco, Lorenzo.

Testo di Carla Marcato, a pubblicato in "Nomi di Persona, Nomi de Luogo - Introduzione all'Onomastica Italiana", Società Editrice il Mulino, Bologna,2009, estratti pp.31-36. Digitalizzati, adattato e illustrato per Leopoldo Costa

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