5.30.2012

GAMBERO ROSSO: A SUD C' È PIÙ GUSTO


Dal 1986 la rivista enogastronomica è diventata simbolo di uno stile di vita. Adesso, nell’area della Vecchia Dogana della città etnea, l’iniziativa per gli amanti del buon vino e del buon cibo con degustazioni, corsi di cucina e incontri con gli chef più quotati.
Il 16 dicembre del 1986 molti lettori del Manifesto, l’austero quotidiano che ancor oggi si dichiara comunista, arricciarono il naso. Che ci faceva un inserto, ancorché si chiamasse Gambero Rosso, che parlava di ristoranti tra un fondo di Pintor, un dotto articolo di Natoli e le acute osservazioni politiche di Lucio Magri e Rossana Rossanda? All’epoca il dibattito fu ampio ed articolato, qualcuno si chiese addirittura se non fosse immorale pubblicare recensioni di ristoranti dove si pagava anche cinquantamila lire, ma alla fine l’inserto ideato da Stefano Bonilli restò al suo posto per un bel po’ di anni, forse contribuendo a rafforzare quell’idea di “gauche au caviar” che molti si erano fatti all’epoca di alcuni autorevoli esponenti di quell’area politica. Poi nel 1992 il grande salto, il Gambero Rosso diventa un mensile che viene pubblicato autonomamente. Nel frattempo il vulcanico Stefano Bonilli, un passato di giornalista al Mondo e al Manifesto, non se ne sta con le mani in mano: insieme a Carlo Petrini firma il manifesto fondativo dell’Arc-Gola che poi diverrà Slow Food, con Daniele Cernilli fonda la Guida ai vini d’Italia del Gambero Rosso, che in pochi anni diverrà la guida di settore più autorevole d’Italia e tra quelle più consultate al mondo, a cui seguono la Guida dei ristoranti del Gambero Rosso e tantissime altre iniziative editoriali. L’ultima, il Gambero Rosso Channel che comincia le trasmissioni su Rai Sat nel 2000. È in quel periodo – gli studi del canale satellitare sono ospitati in un ex cine/teatro della periferia romana – che Stefano Bonilli pensa e progetta la prima Città del Gusto, una struttura capace di ospitare degustazioni, cene, eventi enogastronomici, studi televisivi, ma anche corsi di cucina e di avvicinamento al vino anche per i non addetti al lavoro. Stefano, quindi, individua un bellissimo edificio proprio sulle rive del Tevere in zona Ostiense, che una volta era adibito a magazzino del grano, e mette giù un progetto per trasformarlo in Città del Gusto. Il risultato è un complesso multifunzionale, inaugurato nel 2002, di oltre 8.000 metri quadri, di cui un terzo di terrazze, che in un’ala ospita gli studi televisivi nell’altra al piano terra la redazione della rivista e delle guide del Gambero Rosso Editore; al primo piano un open space con due grandi cucine professionali per 400 posti a sedere; al secondo piano il negozio con una vasta selezione di prodotti per la cucina e per la casa ma anche prodotti alimentari e vini e l’Osteria del Gambero Rosso.

Al terzo realizza il Teatro della Cucina un luogo concepito come un piccolo teatro ottocentesco con una grande cucina a posto del palco, dove si alternano i grandi chef della cucina italiana e straniera e l’ospite ha la possibilità di vedere come il cuoco di turno prepara i piatti che da lì a poco si troverà a tavola. All’ultimo piano, infine, il Teatro del Vino, uno spazio concepito per le degustazioni con i produttori e il wine bar con una splendida vista su Roma. Una struttura che tra eventi pubblici e privati, corsi, degustazioni, ormai supera le 120.000 presenze annue. Nel 2009 nasce la Città del Gusto di Napoli, oltre 1.000 metri quadri nell’area di Bagnoli mentre è recentissima l’apertura della Città del Gusto di Catania, che ha trovato una splendida location nell’area della Vecchia Dogana in un affascinante edificio ottocentesco.
Un wine bar di 320 metri quadri, con 120 posti a sedere, scuole di cucina, per una superficie di 350 metri quadri, con oltre 30 postazioni: è questo lo scenario dove si svolgeranno i corsi. Una vera e propria fabbrica di eventi e contenuti che ha un duplice obiettivo: da un lato promuovere la formazione e l’alta specializzazione degli operatori a ogni livello (dai sommelier, agli chef, ai dipendenti di sala, ai responsabili marketing e comunicazione) e dall’altra contribuire allo sforzo delle imprese nel comunicare e promuovere l’eccellenza della produzione siciliana e italiana.

Di Massimo Lanza, estratti dalla rivista "IL SUD", Mensile di economia, politica e cultura Palermo, sommario n. 6 anno 2 giugno 2012. Compilati, digitati e adattati per essere postato per Leopoldo Costa.

No comments:

Post a Comment

Thanks for your comments...